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2010-02-18: Mutui, la grande corsa alla rinegoziazione
VERONA—Poche sospensioni, ma molte rinegoziazioni. Migliaia, infatti, sono stati i veronesi che hanno chiesto agli istituti di credito di cambiare le condizioni per riuscire a pagare delle rate più leggere. Nel corso del Crevv, la cabina di regia sull’economia veronese organizzata dal presidente della Provincia Giovanni Miozzi, anche le banche hanno fornito alcune cifre che permettono di dare una lettura della crisi in atto. In particolare Romano Artoni, direttore commerciale Triveneto di Unicredit, ha comunicato il numero di richieste pervenute al suo istituto di credito da parte di famiglie veronesi che non riescono più a pagare le rate del mutuo sulla prima casa. «È da circa un anno e mezzo – ricorda – che Unicredit ha attivato due opzioni per andare incontro a chi perde il lavoro o si trova per altri gravi motivi alle prese con difficoltà di carattere economico. La misura più radicale è la sospensione delle rate del mutuo per dodici mesi. Su questa iniziativa abbiamo registrato tutto sommato poche richieste, circa duecento su un totale di 20 mila famiglie. Naturalmente una cifra bassa è un bene, perché dietro ogni richiesta ci sono situazioni difficili.

Le rinegoziazioni però sono state tante: più di 2.500. Si tratta di persone che hanno magari deciso di allungare il mutuo pur di pagare oggi una rata più leggera». Secondo Artoni le caratteristiche dell’economia veronese hanno amplificato l’effetto della crisi in questa prima fase. «Quest’area del Paese – spiega - vive fondamentalmente grazie all’export e inoltre la crisi si è fatta sentire in maniera profonda perché precedentemente erano stati fatti molti investimenti. Sono fattori che fino ad oggi sono stati penalizzanti, ma che secondo me sono comunque positivi, perché appena arriverà la ripresa il territorio sarà pronto a coglierla. Qualche buon segnale come banca lo abbiamo già oggi: dopo mesi in cui le aziende ci chiedevano solo di ristrutturare il debito, cominciano a tornare clienti che vogliono soldi per fare investimenti o per ripristinare le scorte». Giovanni Giroldi, direttore della Banca Popolare, sottolinea il fatto che l’istituto di credito, oltre alle misure a sostegno delle famiglie e dei lavoratori in difficoltà, si pone l’obbiettivo di aiutare le aziende a crescere. «Nel territorio le aziende che lavorano sono per lo più medie o piccole. Noi cerchiamo di farle crescere in termini dimensionali, perché in tal modo possono affrontare meglio i marcati». Sulla stessa linea si muove anche Confindustria Verona. Il responsabile dell’area fisco, finanza e diritti d’impresa, Pierluigi Magnante, dice che per superare questa fase difficile «bisogna sostenere le aggregazioni e aumentare la capitalizzazione media delle imprese veronesi. Le realtà frazionate – afferma – sono state una ricchezza negli anni passati, ma sotto certi aspetti rappresentano anche una debolezza. Inoltre bisogna cogliere tutte le occasioni e le opportunità dei prossimi anni, come l’Expo 2015. La politica però deve agire perché servono infrastrutture e decisioni rapide ».

Corriere della Sera
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